Blog di servizio gratuito per la comunicazione in Arte

sabato 20 aprile 2024

Micro-Waters di Caterina Morigi

Galleria Studio G7 è lieta di segnalare la mostra Micro-Waters di Caterina Morigi, in programma dal 20 aprile al 1 giugno 2024 presso lo spazio indipendente AARDUORK (Castello 4931, Venezia) e a cura di Mario Ciaramitaro e Alberto Restucci.

Micro-Waters consiste in un’indagine scientifico-immaginativa di un mondo inesplorato, conosciuto ma interamente da indagare attraverso una microscopia dello sguardo. Guardare all’interno della materia, nei pertugi osteoporici dei coralli, è qualcosa che non attiva soltanto la vista, è un’indagine tattile e sensibile della configurazione di un mondo sommerso. Quando ci si immerge nell’ambiente marino la relazione con tutti i materiali e gli elementi che lo compongono diventa improvvisamente osmotica.

Il mondo subacqueo è liminale, stratificato di vite e materia: amplifica i nostri confini tattili e visivi. Caterina Morigi, che lo esplora sempre in apnea, cerca nei fondali le tracce dell'alleanza tra la materia viva e le rocce. Affascinata da come le superfici rugose diventino zone accoglienti per coralli e molluschi, combina le immagini che realizza con immagini scientifiche di numerosi elementi analizzati da laboratori di ricerca. Nel suo lavoro appaiono rime eidetiche tra i minerali e le conchiglie, entrambe composte di carbonato e fosfato di calcio. Si tratta di una alleanza invisibile, materica e immaginativa, evocata dalle opere esposte, impossibile da conoscere altrimenti. Se con le nostre dita possiamo sentire e assaggiare la superficie di ogni oggetto, tuttavia questa alleanza microscopica ci sfugge. Cosa si nasconde nelle profondità della materia? Come possiamo arrivare anche solo ad immaginare una zona di contatto?  

Nella sua ricerca Caterina Morigi porta l’attenzione alla materia, brulicante di vita, territorio fisico e metaforico di unione e scambio. Per affrontare la sostanza delle cose si serve di uno sguardo ravvicinato, senza tempo, portando alla luce elementi apparentemente distanti e non percepibili con i nostri sensi allo stato normale. L’opera diventa un dispositivo mutevole e cangiante che serve per attuare ribaltamenti tra soggetto e cornice, centro e margine, e dare avvio a una moltitudine di immagini fluide differenti e soggettive. 


Caterina Morigi (Ravenna, 1991) si laurea in arti visive allo IUAV di Venezia, la sua pratica, prevalentemente installativa, si concentra sui mutamenti della materia e sulla relazione sostanziale che sussiste tra umano e naturale. Partecipa a residenze artistiche tra cui Et in Arcadia Ego della Quadriennale di Roma e Atelier 2015 della Fondazione Bevilacqua La Masa. Il suo lavoro è stato esposto al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna; Palazzo Reale, Milano; Archivio Casa Morra, Napoli; Villa Della Regina, Torino; Musée des Merveilles de Tende, FR; Fotografia Europea, Reggio Emilia; Art Rotterdam, NL; Museo Nazionale della Montagna, Torino; Video Sound Art Festival, Milano; Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, SV. 

È rappresentata dalla Galleria Studio G7, Bologna. AAARDUORK  è uno spazio indipendente nato nel 2020 a Venezia. Ospita regolarmente mostre personali di autorə e artistə anche collaborando con la rete di istituzioni cittadine. 

AARDUORK – dichiarano i curatori Mario Ciaramitaro e Alberto Restucci – è per noi un luogo dove intessere collaborazioni con autori e artisti. Vuole essere un nucleo di energia per la città di Venezia, dove spesso progetti internazionali atterrano ma non hanno il tempo fisiologico di intrecciarsi profondamente con il tessuto sociale cittadino. Gli artisti hanno bisogno di una comunità e nel nostro piccolo siamo motori di incontri, presentazioni, mostre e progetti.” 

Si ringraziano:

Galleria Studio G7, Bologna

Ing. Gabriela Graziani

Fondazione Bevilacqua La Masa

Fondazione Bilbao Arte

Associazione Altreforme e Cam3D

Contatti051 2960371 | info@galleriastudiog7.it | www.galleriastudiog7.it Ufficio stampa Galleria Studio G7Sara Zolla | 346 8457982 | press@sarazolla.com

lunedì 8 aprile 2024

L'uomo umile sa cosa pensare

L’umiltà è una virtù preziosa che spesso si manifesta in coloro che riconoscono i propri limiti senza cercare di esaltarsi o di dimostrare superioritàNon è pensare di essere meno, ma piuttosto di non credere di essere di più. Questo concetto è ben espresso da C.S. Lewis, il quale afferma che l’umiltà consiste nel non sovrastimarsi.

Un racconto illustra l’incredibile valore dell’umiltà: un giovane meditatore, dopo anni di pratica, si considerava pronto per diventare maestro. Tuttavia, quando incontrò un eremita che viveva su un’isola, scoprì che il vecchio maestro ripeteva lo stesso mantra che lui usava. Convinto di insegnargli qualcosa, il giovane pronunciò il mantra correttamente. Ma quando il vecchio maestro lo ripeté camminando sull’acqua, il giovane capì di aver sprecato la sua vita. L’umiltà del vecchio maestro lo aveva reso libero e audace.

Quindi, l’uomo umile sa cosa pensare: non si vanta delle proprie competenze o successi, ma rimane consapevole dei propri limiti. È un equilibrio tra autostima e modestia, una virtù che contribuisce al nostro benessere emotivo.




 




giovedì 28 marzo 2024

Secondo atto di Salve, mostra personale di Christian Holstad

Venerdì 12 aprile 2024 alle ore 17, il Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola (RA) presenta il secondo atto di Salve, mostra personale dell’artista statunitense Christian Holstad (Anaheim, California, 1972), nata all’interno di un più ampio progetto di indagine e valorizzazione della cartapesta nell’arte contemporanea sviluppato dal curatore Gioele Melandri. All’interno del museo dedicato all’artista della cartapesta Luigi Varoli, la mostra si focalizza sulla spiccata sensibilità di Christian Holstad per diverse tematiche che riguardano l’utilizzo di questa tecnica nella sua dimensione profonda e che sfociano naturalmente nella pratica dell’artista, come ad esempio il rifiuto, lo scarto e la trasformazione di questi ultimi in una possibile risorsa, mettendo così in risalto molte delle contraddizioni interne che caratterizzano lo sviluppo dell’attuale società dei consumi.

In mostra, la cartapesta è intesa dunque come un “innesco”, una suggestione che orienta la nascita e lo sviluppo di un evento espositivo che si articola in due atti indipendenti, ma logicamente intrecciati e connessi l’uno con l’altro. Il primo atto, dal titolo A flutter of butterflies atop debris to reach our gentle heights, è stato presentato lo scorso 9 marzo e consiste in una grande installazione inedita di Holstad intitolata Gentle Parade e composta da carrelli della spesa deformati, spanciati e genuflessi, su cui fluttuano farfalle in cartapesta: un invito alla gentleness e alla delicatezza, intese come un possibile gesto di Resistenza e di rispetto nei confronti di una società civile che, inevitabilmente, si muove verso altre direzioni. In questa sezione sono inoltre esposte le sculture di carta realizzate dall’artista alla fine degli anni Novanta, assieme a una nuova produzione di questo ciclo di opere, appositamente ideata per l’occasione. Il secondo atto, Hello, che aprirà al pubblico venerdì 12 aprile alle ore 17, sarà invece dedicato ai disegni realizzati con carta di giornale, prodotti dall’artista a partire dagli anni Novanta e provenienti da diverse collezioni private italiane, europee ed americane. La mostra occuperà anche gli spazi della Chiesa del Pio Suffragio, a pochi metri dal Museo Varoli, dove saranno installati alcuni lavori scultorei di Holstad. Questa sezione fa inoltre parte del circuito OFF della Biennale del Disegno di Rimini e sarà la prima occasione internazionale per considerare e valorizzare in maniera organica questo importante corpus di lavori dell’artista. Nella stessa serata del 12 aprile alle ore 22, sarà proposto un evento curato dall’associazione culturale MAGMA, composto da due live di musica contemporanea di Otto Willberg (UK) e Giulio Erasmus (UK/B) che si fonderanno con l'ambiente della scuola Arti e Mestieri di Cotignola (Via Fratelli Cairoli 6). Questo mondo fantastico, con i suoi mostri giganti e le maschere in cartapesta, sarà esplorato attraverso un portale sonoro contemporaneo, dove si mescoleranno suoni funk e fusion in un tessuto sonoro ibrido, caratterizzato da elementi astratti e improvvisati.

 Promossa dal Comune di Cotignola con un contributo di Gruppo Hera, Salve è la prima personale di Christian Holstad localizzata in Romagna, terra in cui l’artista trascorre la maggior parte del suo tempo da ormai diversi anni. Accompagna la mostra un catalogo e un programma di visite guidate e laboratori didattici ispirati al lavoro di Holstad. Christian Holstad è nato nel 1972 ad Anaheim, California, e vive e lavora tra New York e la Romagna. Tra le sue mostre personali ricordiamo: The Disclosure of Tops and Bottoms, MASSIMODECARLO Pièce Unique, Parigi (2023); Consider Yourself as a Guest (Cornucopia), Cà Foscari, Venezia (2019); Christian Holstad, red yellow lime pink lavender green scarlet lavender scarlet green lavender, The Magazine Sessions 2016, Serpentine Gallery, Londra (2016); Toothpick, Massimo De Carlo, Milano (2016). Le sue mostre collettive includono: Les Flammes, Musée d’Art Moderne de Paris, Parigi (2021); Transitions and Transformations, NSU Art Museum, Fort Lauderdale (2019); SI Onsite, Swiss Institute, New York (2018); Hangzhou Triennial of Fiber Art, Hangzhou (2013); Aquatopia, Nottingham Contemporary, Nottingham (2013); Graphite, Indianapolis Museum of Art, Indianapolis (2013); The Air We Breathe, San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco (2011); Compilation IV, Kunsthalle Düsseldorf, Düsseldorf (2009); Compass in Hand: Selections from the Judith Rothschild Collection, Museum of Modern Art, New York (2009); I confess, Galleria Civica di Modena (2009); Unmonumental (Inaugural Exhibition), New Museum, New York (2007); Uncertain States of America, Serpentine Gallery, Londra (2006). Ha inoltre partecipato alla Biennale di Lione nel 2007 e alla Whitney Biennial di New York nel 2004. Christian Holstad. Salve A cura di Gioele Melandri Atto primo A flutter of butterflies atop debris to reach our gentle heightsSede Museo Civico Luigi Varoli, Palazzo Sforza, Corso Sforza 21, Cotignola

Durata 10 marzo – 30 giugno 2024Inaugurazione 9 marzo ore 17 Atto secondo HelloSedi Museo Civico Luigi Varoli, Palazzo Sforza, Corso Sforza 21; Chiesa del Pio Suffragio, Corso Sforza 19/a, Cotignola

Durata 13 aprile – 30 giugno 2024Inaugurazione 12 aprile ore 17Live MAGMA 12 aprile ore 22, con Otto Willberg (UK) e Giulio Erasmus (B) + band presso Scuola Arti e Mestieri (Via Fratelli Cairoli 6, Cotignola)

 Orari di aperturavenerdì: 16:30-18:30 | sabato, domenica e festivi: 10:00- 12:00 e 15:30-18:30. Per informazioni www.museovaroli.it | museovaroli@comune.cotignola.ra.itTel. 0545 908810 - 3204364316 Ufficio stampa Irene Guzman | irenegzm@gmail.com | Tel. 349 1250956

Hello fa parte del circuito OFF della Biennale del Disegno di Rimini 

sabato 23 marzo 2024

Nuova personale di Marco Cingolani

La Fondazione Filiberto e Bianca Menna, in collaborazione con il Lavatoio Contumaciale, con il Tomav Experience , è lieta di annunciare Mantenere traccia di un corpo mancante nel ricostruire i segni di un’assenza, la nuova personale di Marco Cingolani che si terrà nella sede romana della Fondazione, già Archivio Tomaso Binga, in via dei Monti di Pietralata 16, dal 06 aprile al 10 maggio 2024.


Nell’ampia e brillante indagine che Marco Cingolani propone ormai da oltre dieci anni per dar vita a dispositivi in cui la materia si incrocia e si incastra inscindibilmente con tessuti incorporei (l’ombra portante di un oggetto, i terreni taglienti della luce o lo spazio che circonda e entra nell’opera), troviamo un energico scavo tra i solchi del vuoto, inteso come peso visivo che ha una sua specifica densità, una sua costruzione interna, una sua precisa plasticità.

Con Mantenere traccia di un corpo mancante nel ricostruire i segni di un’assenza, accanto a una nuova serie di lavori della serie Forme persistenti di coesione il cui passo ulteriore, rispetto alle precedenti composizioni, è quello di proporre una idea di insieme dove la parte mancante è determinata (costruita) dall’ombra dell’oggetto che crea ideale continuità tra due corpo, Cingolani propone per gli spazi della Fondazione, uno Stato di tensione context-specific che sembra esplodere nell’ambiente per risucchiare l’area di lavoro su un punto stabilito, dove si avverte l’attrazione tra due magneti al neodimio che si incontrano metaforicamente nella vertigine d’un’inesauribile attesa.

Realizzati in marmo Calacatta Borghini e acciaio, tre colonne del recente ciclo Tenendosi a distanza (2024) sono inoltre dispositivi in cui la solennità, la rigidità, la freddezza e lo slancio della colonna, si sposta su un area rarefatta che accoglie la luce per dar luogo a soglie sottili e evanescenti, a sospensioni affilate, a puro potere del pensiero, a intervalli e diastemi, a collegamenti pungenti tra tue ipotetici luoghi e tra due diversi materiali.

Realizzati in carta da lucidi, dieci Corpi d’ombra (2023-2024) che costituiscono l’inedito – omonimo – libro d’artista dove Cingolani richiama alla memoria Nella nebbia di Milano (1968) di Bruno Munari, sono di questo nuovo progetto un ciclo di «opere grafiche» nate da un continuo (ossessivo) «tentativo di mantenere e conservare traccia di un’opera non più esistente, se non attraverso la proiezione della propria ombra», interpretata oggi come corpo mancante, come offuscamento, come lieve fumosità, come proiezione che trattiene la traccia di qualcosa, come eco di fisicità ormai lontane nel tempo, come chiara assenza che si allarga su leggere memorie. Custoditi in teche eburnee, i dieci Corpi d’ombra si presentano apparentemente sospesi, incastrati in una leggerissima intelaiatura, quasi a indicare una soglia da attraversare con la mente. Sfogliando il libro, in progressiva dissolvenza o, viceversa, in progressiva comparsa, si leggono delle parole che compongono via via la frase mantenere traccia di un corpo mancante nel ricostruire i segni di un’assenza.


Il Direttore della Fondazione

prof. Antonello Tolve


Marco Cingolani

Mantenere traccia di un corpo mancante nel ricostruire i segni di un’assenza

06 aprile / 10 maggio 2024

Fondazione Filiberto e Bianca Menna, Via dei Monti di Pietralata 16 - Roma

info | www.fondazionemenna.it - +39 089 254707 +39 340 1608136

orari di apertura | dal lunedì al giovedì, o su appuntamento

venerdì 15 marzo 2024

Axel Becker - Simplicity Art


Sabato 23 marzo 2024 alle ore 18:00 Arte Borgo Gallery apre nuovamente il proprio spazio espositivo all’artista Axel Becker per la sua nuova mostra personale nella Capitale. In “Simplicity Art” che si svolgerà dal 23 al 30 marzo, Becker rafforza i leitmotiv che contraddistinguono lo studio e la sua abilità artistica. Anche nelle nuove opere presentate è evidente la minuziosità e precisione sia nelle sculture che nei dipinti. Una mostra, dunque, che consolida la straordinaria capacità interpretativa di Axel Becker basata su una irrinunciabile essenzialità. L’inaugurazione sarà accompagnata dal commento della storica e critica d’arte Martina Scavone.

Axel Becker è nato il 15 dicembre 1965 a Francoforte sul Meno. Laureato in economia aziendale è attivo come artista a livello nazionale e internazionale da oltre 20 anni. Ha scoperto la sua passione per l’arte da bambino e ha sperimentato diversi materiali come il peltro, il legno e il gesso. Dopo vari studi, Axel Becker ha iniziato la sua carriera artistica professionale nel 2012. Si è qualificato per le Biennali d'Arte internazionali di Londra, Milano, Firenze. Le sue opere sono esposte in gallerie e musei di tutto il mondo.   


Simplicity Art

A cura di Anna Isopo

Presentazione a cura di Martina Scavone

Arte Borgo Gallery – Borgo Vittorio, 25 – Roma

Dal 23 al 30 marzo 2024

Inaugurazione: sabato 23 marzo, ore 18:00

Ingresso libero 

Orari: dal martedì al sabato 11 - 19 | lunedì e festivi chiuso 

Info: www.arteborgo.it  |info@arteborgo.it  | 345.22.28.110

martedì 5 marzo 2024

Spargi al vento il tuo pensiero

Spargi al vento il tuo pensiero,  come petali di rosa leggeri, che danzano nell’aria, liberi e senza peso.

Lascia che il vento lo porti lontano, tra le fronde degli alberi, oltre le colline e i confini, fino a dove il cielo si fonde con il mare.

E mentre il tuo pensiero si disperde, spero che trovi pace e serenità, come un piccolo segreto sussurrato al vento, che solo tu conosci.

Testo e foto di Leonardo Basile (www.leonardobasile.it)


martedì 27 febbraio 2024

Che bella la sera quando giunge in silenzio

Che bella la sera quando giunge in silenzio,"l’orizzonte si tinge di sfumature dorate, e il mondo si avvolge in un abbraccio di pace. Le stelle si risvegliano, timide e luminose, come sogni che danzano nel buio.

Nel silenzio, i pensieri si fanno leggeri, e l’anima si apre alle meraviglie nascoste. Forse è in questo momento che la bellezza si rivela con maggiore intensità, quando tutto è calma e serenità.

E così, mentre il sole si nasconde dietro le colline, ci lasciamo cullare dalla dolce melodia del crepuscolo, sperando che ogni sera ci regali un nuovo incanto, un nuovo motivo per ammirare la bellezza del mondo.

Buona sera a te, viandante del tramonto, che porti con te il segreto di ogni giorno." (IA)



giovedì 15 febbraio 2024

Thinking About Cézanne,

James Cohan è lieto di presentare Thinking About Cézanne, una mostra di nuovi dipinti e opere su carta di Mernet Larsen, in mostra dal 15 febbraio al 16 marzo 2024, presso la sede della galleria al 52 di Walker Street. Questa è la quarta mostra personale di Larsen con James Cohan.

Nel corso di sei decenni di attività artistica, Mernet Larsen ha sviluppato un dialogo distintivo con la storia dell'arte, attingendo ai tradizionali rotoli narrativi giapponesi del XIII secolo, ai dipinti reali del XVIII secolo di Udaipur, in India, e i dipinti non oggettivi del costruttivista russo El Lissitzky. Larsen sfrutta le loro geometrie improbabili per rappresentare la nostra realtà quotidiana, popolando il suo mondo vertiginoso e inquietante con personaggi che riflettono l'angoscia e l'umorismo contemporanei in egual misura. Per questa mostra, Larsen ripercorre la sua passione per l'opera di Paul Cézanne.


Larsen ricorda: "Quando avevo poco più di vent'anni, ero ossessionato da Cézanne. Sentivo che il suo lavoro rappresentava una vera e propria rivoluzione in ciò che la pittura 'realistica' dovrebbe essere, riflettendo il vedere come un atto costruttivo, costruita a partire da un occhio vagabondo: scansionare il motivo, metterlo insieme, costruire un'immagine che sembri l'essenza di ciò che si vede". Più di cinquant'anni dopo, Larsen rivisita questa influenza formativa, chiedendosi: "Come sono cambiato? Com'è cambiato il mondo?"

Otto nuovi dipinti e studi correlati riflettono la "conversazione generativa e continua con Cézanne" di Larsen, pur rimanendo completamente sua. Larsen riesamina il suo immaginario più canonico – i bagnanti, la campagna francese, i membri della sua famiglia – per esporre e animare le loro strutture sottostanti ed essenziali. Larsen sposta e moltiplica il luogo fisico da cui Cézanne si trovava in relazione al soggetto in questione, andando oltre il suo punto di osservazione singolare e frontale. In questo modo, diventa onnipresente all'interno della scena, svincolato dalla prospettiva tradizionale o dalla gravità. Le sue immagini sono complete e panoramiche, comprensive di numerosi e discordanti luoghi, linee temporali e linee di vista.


vai al sito


Immagine a corredo:

MERNET LARSEN

Cézanne’s House, 2023

Acrylic and mixed media on canvas

54 1/4 x 50 1/2 in.

137.8 x 128.3 cm





mercoledì 7 febbraio 2024

Enrico Cattaneo. Rumore Bianco

Sabato 17 febbraio 2024 alle ore 18 la Fondazione Sabe per l’arte di Ravenna ospita la proiezione del film Enrico Cattaneo. Rumore Bianco (32’, 2021) diretto da Francesco Clerici e Ruggero Gabbai e prodotto da Astrolab Media Forma International di Milano. 


Enrico Cattaneo è stato un fotografo eclettico e sperimentatore, un occhio difficilmente classificabile in un filone unico: amante degli oggetti, delle opere d’arte e degli artisti di cui è diventato celebre e richiesto ritrattista, anche se è nato con i reportage e ha saputo raccontare come pochi altri la periferia di Milano. Le pareti di casa sua sono tappezzate di opere, la sua vita è scandita dal fumo, questo documentario è una picaresca ballata jazz sulle note del suo lavoro e della sua dimensione pubblica e privata, suonate nel silenzio dell’umanità ironica e sospesa del suo sguardo arrivato alla fine del percorso. 

La proiezione del film sarà preceduta da un breve intervento di Luca Pietro Nicoletti, professore di storia dell’arte contemporanea all’Università degli Studi di Udine e autore, con Giorgio Zanchetti, del volume Enrico Cattaneo. Fotografare un’idea, pubblicato da Silvana Editoriale nel 2023.L’intervento sarà trasmesso anche in streaming tramite il sito e il canale YouTube della Fondazione. 

Dopo la conferenza è prevista, per i soli presenti in sala, la proiezione del film. L’evento, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna – Campus di Ravenna, è realizzato in collaborazione con l’Archivio Enrico Cattaneo di Milano e si inserisce nell’ambito delle attività collaterali alla mostra 


In suspensus. Carlo Benvenuto, Enrico Cattaneo, Elena Modorati, a cura di Angela Madesani, visitabile presso gli spazi della Fondazione fino al 7 aprile 2024. 

Ingresso libero fino a esaurimento posti.  

Informazioni:info@sabeperlarte.org | www.sabeperlarte.org 

In suspensusCarlo Benvenuto, Enrico Cattaneo, Elena Modorati

A cura di Angela Madesani

Sede Fondazione Sabe per l’arte | via Giovanni Pascoli 31, Ravenna

Periodo 20 gennaio – 7 aprile 2024

Inaugurazione sabato 20 gennaio 2024, ore 11

Orari giovedì, venerdì, sabato e domenica ore 16-19

Ingresso libero 

Ufficio stampa

Irene Guzman | press@sabeperlarte.org | +39 349 1250956

sabato 3 febbraio 2024

Chiaramonti e Massart: la riscoperta di due pittori della Pisa del Novecento


Da maestro a allievo: Giovanni Chiaramonti e Curzio Massart nella Pisa del Novecento” è la mostra che Palazzo Blu dedica a due artisti che hanno avuto un forte legame con Pisa ma che al tempo stesso sono stati un po’ dimenticati. La mostra, a cura di Stefano Renzoni, sarà allestita nella sala della biblioteca e permetterà di ammirare una cinquantina di opere scelte dei due pittori post macchiaioli, che illustrano vedute e interni di chiese, nature morte, marine e paesaggi, in cui sono riconoscibili scorci di luoghi e vedute pisani e toscani. 

Giovanni Chiaramonti (Todi, 1861 – Viareggio, 1942) fu maestro di pittura di Curzio Massart (Suvereto, 1907 – Pisa, 1985) e la mostra nasce proprio dalla volontà di valorizzare le opere dei due artisti post macchiaioli che a lungo lavorarono a Pisa - e non solo – ma di cui negli anni la memoria si è persa. L’inaugurazione al pubblico è prevista venerdì 9 febbraio alle ore 17:00 con una breve cerimonia introduttiva nell’auditorium di Palazzo Blu, cui saranno presenti, oltre al presidente di Palazzo Blu e al curatore della mostra, il sindaco di Trevi Ferdinando Gemma e l’assessore alla cultura di Pisa Filippo Bedini.

  

Chiaramonti e Massart: la riscoperta di due pittori della Pisa del Novecento

Inaugurazione venerdì 9 febbraio 2024, ore 17:00

Auditorium di Palazzo Blu 


PALAZZO BLU

Lungarno Gambacorti 9, 56125

Pisa | Tel. +39 050 916 950

info@palazzoblu.it


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